Pensione di maggio 2025: Ritardo nei pagamenti! Scopri il calendario ufficiale

Aprile 23, 2025

By: Harsh Chand

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A causa della chiusura di banche e Poste per la Festa del Lavoro del 1° maggio, il calendario per la pensione di maggio 2025 subirà un lieve ritardo. Tutti i trattamenti previdenziali, assistenziali e pensionistici, inclusi gli accrediti su conto corrente bancario o postale, saranno disponibili da venerdì 2 maggio, il primo giorno bancabile del mese.

Lo slittamento riguarda anche coloro che ritirano la pensione presso gli sportelli di Poste Italiane, i quali dovranno seguire il calendario stabilito sull’iniziale del cognome. Vediamo insieme in questo articolo le novità di questo mese per la pensione.

Quando viene pagata la Pensione di maggio 2025?

La pensione di maggio 2025 subirà un leggero ritardo nel pagamento, infatti l’assegno verrà erogato il primo giorno bancabile del mese, che è venerdì 2 maggio 2025, invece che giovedì 1 maggio, visto che è un giorno festivo (Festa dei Lavoratori).

In questa data verranno pagati i pensionati che ricevono l’accredito su conto corrente bancario sia per coloro che lo ricevono su conto corrente postale. Invece le date di ritiro della pensione presso gli Uffici Postali dipendono in base all’iniziale del proprio e cognome, sono:

  • Venerdì 2 maggio: cognomi che iniziano con A e B
  • Sabato 3 maggio: cognomi che iniziano con C e D
  • Lunedì 5 maggio: cognomi che iniziano con lettere da E a L
  • Martedì 6 maggio: cognomi che iniziano da M a O
  • Mercoledì 7 maggio: cognomi che iniziano con lettere da P a R
  • Giovedì 8 maggio: cognomi che iniziano con lettere da S a Z

Pensione di maggio 2025: Importi

L’importo della pensione di maggio 2025 resta invariato rispetto ad aprile. Le regole per il calcolo della pensione non cambiano, salvo eventuali trattenute già previste. Per i titolari di assegni inferiori al trattamento minimo INPS, pari a 603,40 euro, continua ad applicarsi la maggiorazione straordinaria del 2,2% .

Rimane in vigore la rivalutazione annuale introdotta a gennaio 2025, che ammonta al:

  • 0,8% per pensioni fino a 4 volte il minimo INPS (fino a 2.394,44 euro mensili).
  • 0,72% per pensioni tra 4 e 5 volte il minimo INPS (tra 2.394,44 e 2.993,05 euro).
  • 0,6% per pensioni oltre 5 volte il minimo INPS (oltre 2.993,05 euro) .
Cedolino Pensione Maggio 2025

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Pensione di Maggio 2025: Detrazioni Fiscali

A partire da quest’anno, l’INPS, in qualità di sostituto d’imposta, ha aggiornato il sistema di gestione delle detrazioni fiscali, come previsto dalla Legge di Bilancio. Tra le principali novità, è stato introdotto un azzeramento automatico delle detrazioni per figli a carico con più di 30 anni, non disabili, in quanto non più spettanti. La detrazione per figli resta invece valida per:

  • figli dai 21 ai 30 anni, se fiscalmente a carico,
  • figli con disabilità accertata, anche se over 30.

Oltre ai figli, l’INPS ha revocato anche le detrazioni per altri familiari non conviventi, riconoscendole esclusivamente per gli ascendenti conviventi (come genitori o nonni), sempre nel rispetto dei limiti di reddito previsti. Queste detrazioni devono essere suddivise tra i soggetti aventi diritto e dichiarate correttamente nel fascicolo fiscale. 

Pensione di Maggio 2025: Quota 97,6

Chi desidera andare in pensione anticipata con il regime agevolato “Quota 97,6” ha tempo fino al 1° maggio 2025 per presentare la propria richiesta. Questa possibilità è rivolta a lavoratori impegnati in mansioni usuranti o particolarmente pesanti, sia dipendenti che autonomi, che matureranno i requisiti nel corso del 2026. I requisiti richiesti sono:

  • 36 anni di contributi e almeno 61 anni e 7 mesi di età per l’accesso a Quota 97,6.
  • Per i lavoratori autonomi, l’età richiesta è di 62 anni e 6 mesi, sempre con almeno 35 anni di contributi (Quota 98,6).

Quota 97,6 Come Presentare la Domanda

La domanda per la quota 97,6 deve essere inoltrata esclusivamente online, allegando il modulo AP45 e tutta la documentazione necessaria che attesti la natura usurante dell’attività lavorativa svolta. Se la documentazione presentata non è sufficiente a dimostrare il diritto al beneficio, è possibile integrare con ulteriori documenti storici o certificazioni ufficiali. Per i lavoratori privati, la documentazione deve essere riferita all’epoca in cui si è svolta l’attività e non può essere sostituita da autocertificazioni o dichiarazioni attuali dei datori di lavoro.

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